Buscofen.
Non è un’esagerazione considerare Buscofen, il cui principio attivo è l’ibuprofene, come una risposta laica al disagio generato da piccoli fastidi che talvolta ci accompagnano nella quotidianità. Nelle sue confezioni in capsule morbide da 200 e 400 milligrammi, o sotto forma di granuli per chi ha difficoltà a deglutire, Buscofen è adattabile alle più svariate esigenze. Particolarmente utile la variante Buscofenact specifica per i dolori mestruali; Buscofenact può essere impiegato efficacemente assieme a tutte quelle pratiche naturali atte ad attutire l’impatto doloroso della dismenorrea.
Limitare il doloroso fastidio delle mestruazioni è una pratica da attuare per tempo lavorando su vari fronti. Sotto il profilo della dieta è bene intervenire già nei giorni precedenti al ciclo riducendo tutta una serie di cibi che possono accentuare la ritenzione idrica: cibi molto calorici o speziati, fritti, dolci, alcool, eccitanti. Alla limitazione di questi, deve invece corrispondere un aumento di alimenti atti ad idratare l’organismo, primariamente acqua ma anche molta frutta, verdura, tisane rinfrescanti e depuranti. Non va infine trascurata l’attività fisica la quale, stimolando il sistema endocrino a rilasciare endorfine, attutisce la sensazione del dolore.
Usare i farmaci quando servono.
Ci sono due tendenze diffuse e contrapposte nel rapportarsi ai farmaci, c’è che ne abusa e chi fatica a usarli anche quando servono. Non è infrequente essere affetti da piccoli disturbi senza che, fortunatamente, essi si configurino in una patologia vera e propria, tuttavia l’ostinazione a non affidarsi a coadiuvanti contro il dolore può contribuire a rendere queste indisposizioni infinitamente più fastidiose. Anche la tendenza opposta, ossia quella di abusare di farmaci e presidi è da considerarsi altrettanto negativa, sotto molti punti di vista.
Gli italiani e i farmaci. *
Secondo il più recente rapporto dell’AIFA (Agenzia italiana del farmaco) in Italia sono stati spesi, nel 2017, circa 30 miliardi di Euro in farmaci. Di questi, circa i due terzi a carico del Servizio Sanitario Nazionale, mentre i restanti 10 a carico del cittadino. Ovviamente la spesa non è ripartita in egual modo, gli anziani o chi è affetto da particolati patologie, tendono ad avere bisogno di una maggiore quantità di farmaci rispetto ad altre categorie. Tra le varie considerazioni colpisce l’ostinazione con cui gli italiani continuano a preferire farmaci con brevetto scaduto rispetto a farmaci equivalenti in tutto e per tutto. Quasi che, come per altre categorie merceologiche, si prediligano le griffe. Questa pratica comporta un aggravio di spese tanto per il SSN che per l’utenza.
* Fonte: Agenzia italiana del farmaco
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