Parlare del dolcificante naturale “stevia” in relazione al diabete, implica due aspetti non secondari: avere una chiara idea di questo diffuso e temibile disturbo, avere consapevolezza che questo contributo non ha alcuna implicazione scientifica e che, sopratutto, non sostituisce in alcun modo la funzione di un medico e di uno specialista, il cui parere è assolutamente indispensabile in presenza di simili patologie.
Secondo le definizioni più comuni, il diabete è un disturbo cronico la cui caratteristica è rappresentata da una elevata presenza di glucosio nel sangue; l’eccessiva presenza di zuccheri è dovuta a un deficitario quantitativo di insulina, l’ormone prodotto dal pancreas la cui funzione è quella di regolare l’ingresso del glucosio nelle cellule. Quando la funzione dell’insulina viene meno, lo zucchero in eccesso si accumula nel sangue. la forma più comune di diabete riguarda prevalentemente la fascia di età adulta; generalmente la malattia inizia a manifestarsi a partire dai 35/40 anni in avanti. Anche se le cause dell’insorgenza non sono chiare al 100%, vi sono una serie di fattori di rischio che possono accelerarne il decorso, tra questi il sovrappeso, lo scarso esercizio fisico e una certa predisposizione familiare.
Acclarato che la stevia, noto dolcificante di origine naturale con zona di elezione nel Sud America, ha potere calorico e indice glicemico di gran lunga inferiori allo zucchero comune, pur dolcificando assai di più, si può dedurre con relativa facilità che essa possa essere inclusa all’interno di diete ipocaloriche e ipoglicemiche, appositamente pensate per i diabetici. Tuttavia via allo stato attuale, se si eccettua uno studio delle scorso decennio, apparso sulla rivista Metabolism, non vi sono ancora sufficienti ricerche in tal senso, in grado di confermare una sensazione assai diffusa secondo cui la stevia è decisamente più adatta ad essere inclusa nelle diete per diabetici, rispetto ad altre tipologie di dolcificanti.
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